Argomenti contrari l’iniziativa sull’allevamento intensivo

Esiste già tutto
Gli standard richiesti dall’iniziativa esistono già nell’offerta Bio e in altri prodotti con marchi di benessere animale. Chi cerca prodotti di origine animale di questo tipo, li può già trovare oggi nei negozi. L’iniziativa comporterebbe una perdita della libertà di scelta.

In Svizzera il benessere animale è garantito
Secondo gli iniziativisti, l’allevamento intensivo significa «grandi allevamenti in cui il benessere degli animali è leso sistematicamente». L’allevamento animale in Svizzera è composto da piccole strutture ed è fondato sulla Legge sulla protezione degli animali più severa del mondo, con controlli rigorosi. Da noi non esiste in nessun caso una lesione sistematica del benessere animale. Al contrario: la stragrande maggioranza delle famiglie contadine si prendono cura dei loro animali giorno dopo giorno con grandi conoscenze, impegno e volontà.

Assurdo
Inserire nella Costituzione federale i requisiti di un marchio privato non è per niente appropriato. Anzi, è addirittura assurdo.

L’offerta è maggiore della domanda
Oggi in molti settori l'offerta è maggiore della domanda. Per esempio, solo il 30% di tutti i maiali da ingrasso riesce a essere venduto con un valore aggiunto per i maggiori requisiti di benessere animale, nonostante più del 60% di tutti i maiali da ingrasso nel nostro Paese vivono in stalle particolarmente rispettose del benessere animale e possono uscire all’aperto.

Meno prodotti regionali e più importazioni
Per l'approvvigionamento della popolazione, la Svizzera dipende da molte importazioni, che aumenterebbero considerevolmente se l'iniziativa venisse accettata, soprattutto per la carne di pollo, le uova e la carne di maiale.

Prezzi più alti per i consumatori
Gli standard Bio richiesti per l’allevamento animale comportano maggiori costi di produzione. Gli alimenti di origine animali costerebbero, a seconda del prodotto, tra il 20% e il 40% in più, e il portafoglio delle consumatrici e dei consumatori svizzeri avrebbe maggiori spese per circa 1’800 franchi all'anno. Siccome non tutti avrebbero la possibilità o sarebbero disposti a pagare di più, verrebbe incentivato il turismo degli acquisti.

Nessun valore aggiunto per il benessere animale all’estero
L’iniziativa prevede che siano applicate regole più severe anche per le importazioni di prodotti di origine animale. Ciò sarebbe una chiara violazione degli impegni della Svizzera nell'ambito degli accordi dell’OMC. È da presumere che per le importazioni non saranno applicati requisiti equivalenti in materia di protezione degli animali. L'iniziativa provocherebbe quindi un aumento delle importazioni di prodotti di origine animale da paesi con un basso standard di benessere animale.

Conflitti con la pianificazione del territorio
Siccome il numero di animali per stalla sarebbe ulteriormente limitato e lo spazio richiesto per ogni animale sarebbe molto più grande, le aziende di allevamento colpite dovrebbero ingrandire le loro stalle, costruirne un numero maggiore di più piccole o ridurre il numero di animali. A causa delle norme sulla pianificazione del territorio, ampliare le stalle o costruirne di nuove è quasi impossibile.